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Non si è mai voluto definire stilista, ma ha lasciato un grande segno nel panorama del fashion mondiale, parlo di Ken Scott

ken scott 3Parlando di moda, si leggono spesso modi di dire come "sfilate-spettacolo", "fluid gender" (una volta unisex), "total look". E si narra di stilisti testimonial dei loro brand, come Armani o Ralph Lauren, che spesso aprono locali legati al food/drink, con il nome del proprio brand. Se questo può sembrare un mood attuale, possiamo affermare che c'è stato un designer (non stilista perché non amava il termine) che ha fatto tutto questo, più di 50 anni fa. E nonostante sia nato in America, la giornalista Maria Pezzi, lo definisce "il più milanese dei milanesi": Ken Scott. Dopo aver frequentato due prestigiose scuole d'arte, George Kenneth Scott, inizia la carriera artistica come pittore, venendo a contatto con personaggi come Marc Chagall e Peggy Gugghenheim, che gli organizza la prima personale nel 1944. Dotato di uno spirito irrequieto e bohemien, nel 1946 abbandona l'America, per trasferirsi in Francia, dividendosi tra Parigi e Costa Azzurra. La guerra è terminata da poco, e Parigi rappresenta il crocevia mondiale, da dove riparte il sistema moda. Sarti, designer, artisti, creativi di ogni sorta, fanno della capitale francese il luogo ideale per esprimere al massimo la loro creatività. Ken Scott, realizza bozzetti a tema floreale, per i più affermati produttori tessili francesi, suscitando persino l'interesse di Christian Dior, che utilizza un suo stampato per la collezione alta moda primavera /estate 1954. Questa cosa, lancia Ken Scott tra gli astri nascenti della moda. Nel 1955 apre uno studio a Milano, e con il socio Vittorio Fiorazzo, fonda il marchio" Falconetto", specializzato in tessuti per arredamento, ovviamente a motivi floreali. I tessuti di Ken Scott, rappresentano una rottura negli standard del momento, facendo un uso rivoluzionario delle tinte e degli accostamenti dei colori, negli inconfondibili fiori. Ken gira i cinque continenti, per potersi ispirare a ciò che la natura ha creato. Tutto questo, piace molto alle aziende che fanno moda, che sempre più usano i suoi tessuti. Negli anni ’60, decide di creare abiti e accessori che portano la sua firma, riscuotendo enorme successo. Per presentare i suoi modelli, decide di cercare location alternative, come tendoni da circo, il celebre "Piper" di Roma, il locale più cool dell'epoca. Ma il genio creativo di Ken Scott, non si limita a questo. Lui disegna personalmente, tutti gli accessori degli indossatori, scarpe, gioielli, occhiali. Si occupa anche della comunicazione degli eventi, disegnando inviti, brochure, manifesti, locandine. Questo in futuro sarà il leit motivo di tanti stilisti, ma lui riesce ad anticipare tutto questo. E siamo negli anni ‘60. Altra felice intuizione è l'apertura del "Eats & drinks", ristorante che lui inaugura a Milano negli anni ’70, arredato secondo i dettami della sua verve creativa, in pieno stile Ken moidelleScott. Vent'anni dopo, Armani e Cavalli, in un certo modo lo imiteranno aprendo locali food&drink. Leggendo la sua biografia, viene fuori che nella carriera, Ken Scott detiene diversi primati. È stato uno dei primi, ad avere copertine e vetrine dedicate a New York, il primo a riscoprire il Liberty, che ripropone nei suoi iconici foulard, ancora il primo a riproporre vecchi punti di maglia, ben prima dei Missoni. E le sue clienti del bel mondo, impazziscono per la sua moda libera e funzionale. Jacqueline Kennedy, Capucine, Carroll Baker, Brigitte Bardot, Monica Vitti, sono alcuni dei nomi, che fanno conoscere la moda di Ken Scott in tutto il mondo. E le più blasonate indossatrici, adorano i suoi abiti in jersey praticissimi e sempre perfetti, nei loro viaggi di lavoro. Una famosa giornalista, scrive che non c'è un guardaroba famoso e internazionale, senza un Ken Scott". Ken muore a Eze in Costa Azzurra, nel luogo che aveva scelto come “buen retiro”, fin dal suo primo viaggio in Europa. Nonostante avesse case in varie parti del mondo, quella di Eze, è il vero luogo del cuore. Dopo la sua morte, il brand prosegue grazie alla fondazione creata nel 1989, e che contiene il suo archivio, per essere poi venduto a Mantero nel 2019. Il mondo floreale di Ken Scott, è più che mai attuale, ed è ancora fonte di ispirazione. Un suo fan accanito, è Alessandro Michele, "enfant terrible" di Gucci ed ora, Valentino. Ken Scott non fa moda, ma nonostante ciò, tutti si fermano davanti alle vetrine dei suoi negozi, nel quadrilatero della moda, attirati come api davanti ai suoi fiori. Ken Scott, ha avuto una grande intuizione, aver creduto in Milano come centro internazionale della moda.

Daniele Lorenzetti 

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