Una stilista che ha lasciato una grande impronta nella moda italiana
Di lei hanno detto che è una "donna d'acciaio" e gli hanno definita "krazy" con la K del suo nome d'arte. È una delle indiscusse signore della moda, grazie ad uno stile fuori dagli schemi e attento alla vestibilità impeccabile dei suoi abiti. È il momento felice della nascita del made in Italy voluto da un gruppo di designer accomunati da un talento fuori dal comune. E fra questi talentuosi c' è una donna con un taglio a caschetto con frangia che l'accompagna per tutta la vita. Una donna forte, volitiva. Mariuccia Mandelli, in arte Krizia. Mariuccia nasce a Bergamo nel 1925. Dopo gli studi magistrali si dedica all'insegnamento per poi abbandonarlo per inseguire il sogno della moda. Vende la Lambretta per mettere in piedi una sartoria, affiancata dall'amica/socia Flora Dolci, in un appartamento a Milano, messo a disposizione dall'amico Lelio Luttazzi. Mariuccia per dare un nome alla neonata attività prende in prestito il nome del protagonista di un dialogo di Platone che parla di vanità femminile, Crizia, sostituisce la C con la K, così nasce Krizia, da sempre sinonimo di femminilità. Fin dai primi capi prodotti lo stile di Mariuccia è ben definito, lineare dai tagli puliti e portabili, decisamente in antitesi rispetto allo sfarzo e alla pomposità tipici dell'haute couture francese che all'epoca dettava legge in fatto di moda. È Mariuccia in persona a girare tra boutique e show room per proporre i propri capi. Capi che incontrano immediatamente il favore delle clienti. Dopo 3 anni dalla nascita del brand la prima collezione Krizia viene presentata al Samia (salone internazionale dell'abbigliamento) e nel 64 sfila nella Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze. La collezione presentata a Palazzo Pitti le fa vincere il premio "Critica della moda", lanciando così Mariuccia nel nascente fashion system italiano. Lo stile Krizia è un mix di stili che amalgama costruzioni geometriche e orientalismi, fatto di abiti e golf in tricot patchwork, con rimandi all'arte in ogni sua forma. (famosi i golf ispirati alla pop-art, Kandinskij, Mondrian) E poi la ricerca dei materiali più diversi, inediti per la moda, come sughero, alluminio, gomma. E i pellami inconsueti, l'anaconda e l'anguilla, lavorati con abili lavorazioni artigianali. I suoi segni distintivi sono, ad esempio, l'uso sapiente del plissé, le spalle esageratamente tondeggianti per guerriere metropolitane sempre attuali. E negli anni 70 quando la donna porta lunghezze midi lei inventa gli audacissimi hot pants, che le faranno vincere il premio "Tiberio d'oro" nel 1971. E come non ricordare il suo "bestiario" fatto di orsi, tigri, farfalle, volpi che collezione dopo collezione anima la sua preziosa maglieria, fino alla pantera destinata a diventare il suo simbolo. Altro capo iconico è il reggiseno scultura, proposto da Krizia molto prima che lo facesse Gaultier. Mariuccia dimostra di possedere doti intuitive avvalendosi della collaborazione di due futuri "mostri sacri" della moda come Karl Lagerfeld e Walter Albini. (Albini ha sempre amato Mariuccia dichiarando di averla sempre presa come fonte d'ispirazione per le sue collezioni). La moda di Krizia piace molto in America. Piace per quel mood di accostamenti di materiali, apparentemente azzardati ma riusciti, e per questo le affibbiano il soprannome di "Krazy Krizia ", che le calza a pennello. Negli anni 80 il brand è in continua espansione, allargando la produzione ai profumi, la moda uomo e gli accessori. La sua versatilità prende forma anche attraverso lo "Spazio Krizia", un luogo nel cuore di Milano dove vengono ospitate mostre, concerti, incontri con scrittori e intellettuali. Parallelamente Mariuccia diventa socia della casa editrice "La tartaruga" specializzata in pubblicazioni al femminile. Nel 1986 assieme ad Armani, Versace, Ferrè e Valentino riceve dal presidente Cossiga la nomina a "Commendatore della Repubblica". Nel 1988, infaticabile come sempre, inaugura nell'isola di Barbuda l'esclusivo resort K Club, meta di vacanze anche dei reali inglesi. Tutto questo, non la distoglie dal suo lavoro di creativa, e il mondo Krizia si arricchisce di una linea confortevole dal nome "Per te by Krizia " e "Per te by Krizia Aktive" destinato alle più giovani. Nel 95 alla Biennale di Milano viene presentata la retrospettiva "Krizia, una storia" che ripercorre i 40 anni di attività, dell'intraprendente bergamasca. Nel 99 la New York Università, apre per la prima volta ad una fashion designer, la sua "Green art gallery" per l'evento "Krizia", con le scenografie di Dante Ferretti. Nel 2001 il Museo d'arte contemporanea di Tokyo ospita la mostra "Krizia moving shapes", che racconta il lavoro di quasi mezzo secolo. Testimonianze di quanto il brand sia amato da oriente ad occidente. Krizia muore a Milano nel 2015, dopo ben 60 anni di carriera. L'anno precedente cede la sua griffe al magnate della moda cinese Khu Chung Yun. In questo momento, il brand è quello che in gergo si chiama "sleeping brand" (marchio dormiente) , esiste ma non vive, non ha né eco né seguito. Avendo perso la sua potenza creativa sta aspettando una rinascita, forse ipotetica, forse possibile. La Krizia creatrice di "must have" troverà ancora un suo posto tra le nuove tendenze o sarà destinata a rimanere un lontano ricordo? Umberto Eco scriveva di lei: "chi sceglie Krizia ha scelto un modo di pensare, di presentarsi agli altri, di essere”.
Che peccato sarebbe perdere tutto ciò!
Daniele Lorenzetti