Alessandra Cappiello, ama vestire le donne in maniera che attraverso le sue creazioni possano esplicare al meglio personalità e femminilità.
Sono stato alla presentazione della collezione della stilista, nella “Coffee House di palazzo Colonna” di Alessandra Cappiello. Personalmente, preferisco chiamarli creatori di moda e maestri di stile, il titolo di stilista lo trovo riduttivo. Quello che mi ha colpito della sua collezione, oltre alla perfezione sartoriale, la varietà di modelli che possono veramente dare la possibilità, alle donne, di trovare quello che più è adatto al loro fisico ed alla loro personalità Sono fautore che un abito per una donna sia un biglietto da visita, attraverso il quale fa percepire la personalità di chi lo indossa. Alessandra poi, non dimentica che la donna desidera essere femminile, anche quando indossa capi di ispirazione maschile, ed è un pregio che a molti suoi colleghi manca. Quindi, che dire ad Alessandra se non augurare un “ad maiore”!
Ma per voi lettori ho intervistato Alessandra Cappiello ed avrete la possibilità di conoscere un po’ di lei attraverso le sue risposte.
Eccoci qui, affacciati al balcone di Palazzo Colonna, insieme alla stilista di Morfosis, Alessandra Cappiello.
Come mai la scelta di questo nome?
Morfosis è un termine della lingua greca, che significa forma. La forma incarna l’idea. I vestiti che sono forma, sono proprio l’espressione della cultura dei tempi che viviamo, ed ho pensato che forma, fosse molto significativa.
La tua linea viene ispirata normalmente da cosa?
E’ una linea ispirata da una donna consapevole del suo valore. Una donna che non vuole omologarsi, e che esprime, anche attraverso il vestire, la propria personalità.
Nasce prima il disegno o la scelta dei tessuti?
In maniera alternativa. Spesso vengo guidata dalla stoffa. La ricerca del tessuto, mi eccita tantissimo, e il più delle volte, il tessuto incontra la linea. Ma anche il desiderio di una forma, ci guida verso il tessuto.
La tua collezione si rivolge ad un pubblico non giovane, a quanto mi è dato vedere?
Mi rivolgo ad una donna che ha già acquisito una propria consapevolezza, una donna con una sua esperienza. Non è una donna giovanissima, ma è forte di una sua personalità.
Lo consideri un pret couture o un pret a porter il tuo brand?
Lo considero un mix. Un pret couture, nel senso che è una couture nella ricerca dei tessuti e dei dettagli. Nella modalità in cui sono poi cuciti i capi, è poi un pret a porter nell’indossabilità, perché sono capi, che a me piace pensare, che una donna possa indossare anche nella sua quotidianità e non solo nelle occasioni.
Pensi di poter sfilare nelle manifestazioni di alta moda che riprendono qui a Roma?
Se dovessero riprendere, mi farà sicuramente molto piacere. Sono romana, e più che mai mi farebbe piacere sfilare in questa città.
La tua distribuzione è fatta come?
La mia distribuzione innanzi tutto è un be to see businiss to consumer (essere per vedere gli affari al consumatore)
e per quanto riguarda l’estero, abbiamo invece il B to C business to consumer. E il B to B business to business.
Possiamo affermare che è una distribuzione a tutto tondo?
Si, certamente!
La tua collezione è apprezzata di più all’estero o in Italia?
Direi di più in Italia. Comunque, ovunque la presenti all’estero, abbiamo un riscontro che avviene con la richiesta di riassortimento
Futuro?
Speriamo di consolidarci sempre di più, soprattutto all’estero.
E dietro l’angolo per la donna cosa c’è?
Che ci sia un domani di maggiore rispetto per la figura femminile.
Quanto c’è della stilista nella donna, e quanto della donna nella stilista?
Ma è…una piccola risata…fammici pensare…è un reciproco scambio. A volte c’è, se c’è, bisogno prevale la stilista…
Rifaccio la domanda in maniera diversa, visto che ti stai incartando. Quanto la stilista incide sulla donna?
Incide, ma la donna ha la meglio!
Antonio Ventura Coburgo de Gnon