Il bianco è il colore preferito da Laura Biagiotti, ricorda echi di innevate distese, di purezza virginale, ed oserei dire di freschezza e pulizia. Un colore non colore ma che dona a tutte le donne indiscriminatamente, e perché no? Anche agli uomini.
Se lei fosse un colore sarebbe il bianco, se fosse un materiale prezioso sarebbe il cachemire, e se fosse una professione sarebbe un'archeologa. Lei è una delle grandi protagoniste della moda italiana, Laura Biagiotti. La sua è una storia di moda tutta al femminile, che racchiude ben tre generazioni, a partire dalla madre Delia che fonda il gruppo Biagiotti nel 1965. Già l'anno precedente, l'intraprendente Delia aveva realizzato le divise per le hostess dell'Alitalia, ambasciatrice del buon gusto italiano nel mondo. In seguito realizza una collezione con etichetta "Via Veneto 7", per un gruppo americano. Nel frattempo Laura, dopo aver conseguito la laurea in Archeologia, decide di affiancare la madre in azienda. È il momento in cui la moda italiana è apprezzata dai buyers di mezzo mondo, e Laura ha la felice intuizione di fondare, con alcuni partner, la "Biagiotti export", per acquisire, produrre ed esportare alcune firme dell'alta moda romana, come Schuberth, Litrico, Capucci, Barocco. La prima collezione, interamente creata e firmata Laura Biagiotti, è del 72, e sfila nella Sala bianca di Palazzo Pitti a Firenze. Raffinatezza nelle linee e materiali preziosi, sono le caratteristiche dello stile di Laura. Insieme a Walter Albini, Missoni, Krizia e Gianfranco Ferrè, decide di trasferire le presentazioni delle collezioni da Firenze a Milano, dando vita così al made in Italy. Da quel momento, il capoluogo lombardo diventa una delle capitali della moda, come Londra e New York. Gli anni 70 sono magici per Laura, che diventa amica e musa dell'artista Renè Gruau, che per lei realizza numerose illustrazioni pubblicitarie. La Biagiotti, lo ricambia creando una borsa a lui ispirata. Nel 1980, Laura abbandona la sede di via Salaria, per trasferirsi a Guidonia, che diventa il suo quartier generale, dove le sue idee prendono vita. La location è il castello Marco Simone, un palazzo storico risalente al 1100, che Laura restaura assieme al marito Gianni Cigna. Gli anni 80 sono quelli della diffusione del brand "Biagiotti", in mercati decisamente inconsueti, come quello cinese e quello russo. Sono gli anni in cui il "New York Times", la incorona "the Queen of cashmere", per l'uso sapiente con cui trasforma il prezioso filato in capi super raffinati. È il 1988, Laura è la prima italiana a sfilare in Cina. E lo fa con una grande sfilata a Pechino, dove 30 modelle cinesi, presentano 150 capi in seta e cashmere. Nel 1982, la moglie del ministro degli esteri russo, assiste ad una sfilata nel castello di Guidonia, e la cosa non passa inosservata, al punto che il "Times", dedica al fatto una prima pagina dal titolo: "Est ed ovest si incontrano sulla passerella di Laura Biagiotti"(questo dimostra che la moda non si limita alla sola creazione di abiti). Nel 95, la collezione Biagiotti sfila addirittura al Cremlino. Sempre in quell'anno il presidente Scalfaro la nomina Cavaliere del lavoro. E dopo Delia e Laura, anche la figlia Lavinia entra nel team Biagiotti. Ha 18 anni quando entra in azienda per occuparsi di comunicazione. Con il tempo le sue mansioni aumentano sempre più, riuscendo a seguire ben 35 linee, tra collezioni e licenze varie. Lavinia, dal 2004 è consigliere della Camera nazionale della moda, e dal 2011 anche di Pitti Immagine. Laura dal 2000 al 2008 è presidente effettivo del Comitato Leonardo, per diventarne poi presidente onorario. Nel 2010 le viene assegnato il prestigioso Premio Leonardo. Nel 2004, la città di Roma le dedica il "Biagiotti day", con diversi eventi legati al brand. L'amore di Laura per Roma, è legato per sempre al suo profumo, a cui dà il nome della città eterna, da anni, una delle fragranze più amate. La sua passione per l'arte, la spinge a raccogliere un considerevole numero di opere futuristiche di Balla, che ora appartengono alla fondazione Biagiotti-Cigna. Nel 96 la collezione viene esposta a Mosca, e due anni dopo al chiostro del Bramante a Roma. Sempre in quell'anno, grazie ai suoi profumi, finanzia il restauro della scala coronata del campidoglio di Michelangelo. E sempre grazie ai suoi profumi nel 2003, dona il grande sipario per il Teatro La Fenice di Venezia, distrutto da un incendio. E nel 2007 finanzia il restauro delle fontane di piazza Farnese a Roma. Dal 1999, Laura Biagiotti sigla un accordo con il Piccolo Teatro studio di Milano, dove ancora oggi sfilano le sue collezioni di pret-a-porter. Nel 2017 la morte improvvisa di Laura, lascia un vuoto nel mondo della moda. Il brand Biagiotti è ancora oggi una realtà concreta, grazie a Lavinia che ha saputo mantenere inalterato il mood creato e voluto da Laura, rendendolo sempre attuale collezione dopo collezione. Pur mantenendo vivo il binomio moda-arte, Lavinia intuisce la sinergia tra moda e sport, due settori importantissimi per il made in Italy, promuovendo eventi prestigiosi come la Ryder Cup nel 2023. Si parla spesso di patriarcato, ma la storia delle tre generazioni Biagiotti, Delia, Laura e Lavinia, dimostrano quanto possa essere determinante il potere delle donne. Le Biagiotti, così forti e determinate, ma capaci di portare il loro concetto di femminilità in tutto il mondo.
Daniele Lorenzetti