Quando si parla di stile nella moda, il pensiero corre immediatamente a Mila Shon, dove classe ed eleganza si sposano con la sobrietà
Mila Carmen Nutrizio, nasce nel 1916 a Traù in Dalmazia, in una famiglia agiata, padre farmacista e madre discendente da una famiglia di industriali. Il periodo è quello della prima guerra mondiale, e la famiglia Nutrizio, decide di trasferirsi a Trieste. Finiti gli studi, e finito pure il secondo conflitto mondiale, Mila, che nel frattempo ha sposato il ricco commerciante e magnate Aurelio Schon, si trasferisce con lui a Milano. Dopo un periodo di agiatezza economica, il marito cade in disgrazia, e la coppia decide di divorziare. Trovandosi in estrema povertà, e non volendo rinunciare ai vestiti alla moda, Mila decide di cucirseli da sola, ispirandosi alle creazioni di Balenciaga, Dior, Chanel. Lei stessa si stupisce del proprio talento per il disegno, della capacità di scegliere i tessuti, e la precisa costruzione dei vestiti. Questo talento, ottiene un riscontro immediato nell'alta società milanese, al punto che Mila decide di aprire il suo primo atelier. È il 1958, e la "Schon", accoglie un gran numero di clienti, desiderosi di acquistare capi realizzati personalmente da Mila. Sette anni dopo, sfila alla Sala bianca di Palazzo Pitti a Firenze, con una collezione di abiti estremamente femminili. Il grande successo tra i buyer, e la stampa, le apre le porte del mercato sia italiano che internazionale. La collezione presenta capi con diverse sfumature di viola, realizzati con estrema maestria sartoriale, e grazie all'interesse suscitato ai buyers americani, conquista le copertine del "New York Times". Donne importanti come Marella Agnelli e Lee Radziwill, sorella di Jackie Kennedy, vestono Mila Schon. Negli anni 80, il brand si espande, proponendo collezioni maschili, linee di accessori e il lancio sul mercato del profumo "Haute couture". Da sempre appassionata d'arte, Mila colleziona opere dei maestri Fontana e Schifano, e dà vita, ad uno stile in cui dipinti e sculture si fondono con i tessuti, per diventare abiti ricercati, senza fronzoli, dalle linee estremamente essenziali. Le forme che contraddistinguono lo stile Schon, sono le onde e i motivi optical, i cerchi concentrici e i colori rubati dalle opere di Pollock, Klimt, Calder. I richiami artistici, sono ben definiti come i "tagli di Fontana", che ispirano la collezione del 68, e sempre ispirandosi a lui inventa il "double face", che le dà fama mondiale. Negli anni 80, si ispira ai "Mobiles di Calder", le sculture che cambiano forma grazie all'aria, realizzando abiti bidimensionali, che cambiano forma a seconda del movimento di chi li indossa. A metà strada tra sartorialità e arte, alcune sue creazioni, rientrano nella mostra "Cubism and fashion", organizzata dal Metropolitan museum of New York, e ancora oggi fanno parte della collezione permanente del museo. Negli anni 90, il brand inizia un periodo di forte crisi, che porta Mila a cedere il marchio ad un importante gruppo giapponese, mantenendo però la visione creativa, e la direzione. Nonostante il leggero declino, Mila continua ad ottenere importanti riconoscimenti, come uno speciale Leone d'oro per la moda, al Festival di Venezia del 1985, e la medaglia d'oro del comune di Milano. Come suoi illustri colleghi che l'hanno preceduta, anche Mila Schon, ha disegnato le divise per le hostess dell'Alitalia nel 69. Mila ci lascia nel 2008, due settimane prima della mostra antologica, organizzata in suo onore a Milano a Palazzo Reale. Con la sua dipartita, la moda italiana perde un suo punto di riferimento, che è stato capace di fare la storia, creando un perfetto connubio tra abiti e arte, fatto di eleganza, sobrietà, raffinatezza. In poche parole lo stile Schon.
Daniele Lorenzetti