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Paolo Pagliaro, un politico che si affaccia come consigliere regionale, e che ha veramente a cuore il bene della sua terra: Il Salento

Paolo PagliaraQuando è nata l’idea del Movimento Regione Salento?

 L’idea è nata nel 2000, frutto di attente riflessioni, anno in cui fui il cofondatore di Salento Regione d’Europa con l’avv. Fabio Valenti presso il notaio Mancuso.  Poi il 5 agosto del 2010, abbiamo fondato il Movimento Regione Salento con l’obiettivo di ottenere l'autonomia amministrativa per il Salento, che include Brindisi, Lecce e Taranto. Il Salento non è regione soltanto per un accordo tra Aldo Moro e Palmiro Togliatti che impedirono la nascita di questa regione in fase di Costituente, cancellando il progetto di Codacci Pisanelli.

Quali le motivazioni principali per favorire questo distacco dalla Regione Puglia?

 Il Salento ha una storia e una cultura uniche, dalla Messapia alla Magna Grecia, radici completamente diverse da quelle di Bari e della Daunia, ed è già storicamente una regione a parte, è stata sempre un’istituzione amministrativa diversa, partendo dal Principato di Taranto, poi la Terra d’Otranto che fu una entità amministrativa autonoma, prima regione del sud e poi circoscrizione amministrativa del Regno di Sicilia, poi del Regno di Napoli e poi del Regno delle due Sicilie e solo nel 1927 fu cancellata perché divenne parte del Regno d’Italia ma nacque la Provincia di Lecce, formata dai dipartimenti di Lecce, Brindisi, Taranto e Gallipoli e dunque l’entità amministrativa rimase invariata. In tutto questo basta pensare che il Salento con una popolazione di 1,8 milioni di persone, potrebbe diventare l'undicesima regione d'Italia su ventuno.  Se fossimo stati Regione, così per fare qualche esempio, avremmo già l’alta velocità fino a Lecce, così come non saremmo rimasti fuori dall’autostrada che si ferma a Bari, avremmo già un’autostrada a 4 corsie Lecce-Taranto, avremmo un aeroporto da serie A e non saremmo certo una cenerentola rispetto a Bari dei trasporti e dei collegamenti

Erro, o vi era stato già un tentativo di distacco dalla regione Puglia? E, per quale motivo non è andato a buon fine?

Nel 2010 si tentò di utilizzare il referendum per vere la nostra Regione Salento. Per fare questo furono raccolte in tre mesi le delibere dei consigli comunali come richiesto dall'articolo 132 della Costituzione. Questo articolo richiede che un terzo della popolazione interessata approvi l'iniziativa per poter chiedere alla Corte di Cassazione, col quorum necessario, di indire un referendum. Fu sollevato un dubbio, che ancora oggi ritengo illegittimo, su come interpretare l'articolo 132: il referendum doveva riguardare la regione che si voleva creare o quella da cui ci si voleva separare? La Corte di Cassazione chiese chiarimenti alla Corte Costituzionale. Quest'ultima stabilì che il referendum doveva coinvolgere la regione da cui si voleva secedere. Così, l'interpretazione dell'articolo 132 fu chiarita e regolamentata dalla legge ordinaria del 1970. E dunque il tentativo con questi presupposti diventa molto più complicato. Volendo fare degli esempi ci accorgiamo di quanto sia improponibile una linea di azione così; è come se per la Catalogna dovessero votare tutti gli spagnoli o per l’autonomia della Scozia dovessero votare tutti gli abitanti del Regno Unito.

Quanta adesione ha questo Movimento e quanto incide nei comuni e nella regione?

 Il nostro Movimento è ben radicato in tutto il territorio, abbiamo sindaci, amministratori, un consigliere provinciale e un consigliere regionale. Il nostro obiettivo è quello di avere un nostro rappresentante in tutte le istituzioni. Il nostro motto è: fabbri del nostro destino.

Quali categorie di cittadini hanno aderito o stanno aderendo?

Noi siamo il movimento del popolo e siamo sempre tra la gente, negli ospedali, nelle case popolari, combattiamo battaglie per il territorio e proponiamo soluzioni ai tanti problemi. Dunque tra i nostri tesserati e simpatizzanti annoveriamo tutte le categorie di cittadini e professionisti.

Ricordando come il network tv di Berlusconi, abbia inciso sulle varie elezioni che ci sono state negli ultimi decenni, Lei come editore di una emittente televisiva, “Telerama”, quanto la sua emittente è preponderante per la diffusione del Movimento?

Parlando dell’informazione di TeleRama, dobbiamo specificare che è un’informazione militante al servizio dei cittadini e del territorio così come dimostra la linea editoriale basata sulle 10 battaglie nell’interesse della comunità. Un’informazione che ha percorso sempre un doppio binario: difesa e valorizzazione. Inchieste e informazione da una parte e valorizzazione dei territori dall’altra. E dunque si è sposata benissimo con la mission del nostro Movimento, pur mantenendo la sua totale indipendenza. TeleRama è stata fondamentale nella crescita del Salento che prima era scambiato col Cilento. Fondamentale per il Salento non per il Movimento Regione Salento che ha lo stesso spazio di tutti gli altri movimenti e partiti politici.

Il movimento regione Salento è presente per le prossime elezioni europee? E se no, in quale delle prossime elezioni potrà essere presente?

Ovviamente non siamo presenti come Movimento Regione Salento ma abbiamo scelto di essere al fianco di Fratelli d’Italia, vista anche la nostra vicinanza al ministro Fitto.

Cosa prevede per il futuro del suo movimento?

 Nel futuro del nostro Movimento vedo impegno, lavoro, passione. Un impegno giornaliero per incidere nella vita del nostro territorio. Il resto lo costruiremo giorno dopo giorno forti delle nostre idee e dei nostri principi.

Antonio Ventura Coburgo de Gnon

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