Il coraggio di Grazia Marino ed Antonio Falanga, riportano in passerella 4 stilisti, che hanno ricreato quell’atmosfera che mancava da molto.
Una boccata d’ossigeno, si è verificata nella serata voluta da Grazia Marino ed Antonio Falanga. Due coraggiosi che cercheranno, di riportare a Roma l’alta moda. La nostra bella capitale, ricca di storia, è la sede naturale. L’alta moda, per come la si conosce ora, è nata proprio qui a Roma, con nomi che hanno reso famosa la nostra alta moda nel mondo, come Valentino, Balestra, Le sorelle Fontana, Sarli, Gattinoni, Riva, e tanti altri, e sarebbe lungo l’elenco. Il coraggio di due giovani, ripeto, Grazia ed Antonio, in una serata, nella splendida cornice di palazzo Ripetta, ha commosso tutti gli addetti al lavoro, dai giornalisti al pubblico, facendoci ricordare i vecchi fasti romani dell’alta moda. Ha fatto sfilare quattro grandi couturier, che si sono affermati nell’ultimo ventennio, e che rappresentano la continuità dei grandi del passato. Questi quattro giovani creatori, ognuno con il suo proprio stile, con le loro creazioni, riportano i fasti dell’alta moda, che una cattiva gestione ha fatto morire. Sarebbe più che indispensabile, che il Comune, e la Regione, dessero l’organizzazione della manifestazione, a persone non solo capaci, ma anche innamorate della moda e del loro lavoro. E non è difficile capire che Antonio Falanga e Grazia Marino, sono, e non sarebbero, le persone che potrebbero far tornare l’alta moda nella città, e ripeto, che l’ha vista nascere e crescere, ovvero Roma.
I quattro creatori che hanno presentato le loro creazioni in passerella, chi più e chi meno mi hanno entusiasmato. Giada Curti, ha presentato una sintesi della sua collezione, con abiti garbati, con fantasie dai colori tenui e neutri, ma estremamente classici, mi hanno dato l’idea di una moda del passato. Forse ha voluto ricreare l’atmosfera, come omaggio, al tempo che fu, quando la moda, non era una ricerca smodata di volumi e stravaganze. In fin dei conti gli abiti di Giada possono proprio essere indossati da quasi tutte le donne. Miglionico, è quello che ha presentato la collezione più consona all’idea di alta moda. Tutto in rosso la sua presentazione, con abiti che hanno dei volumi alquanto notevoli, con richiami alle cortigiane veneziane, alle quali era, e solo a loro, consentito utilizzare il colore rosso. Certo ho notato un’ispirazione, almeno nei volumi, ad una delle ultime collezioni di Valentino, e poi un pizzico di Sarli. Ma va bene ispirarsi, ma mantenere la propria personalità è quello che ha fatto Miglionico. Zuccarello, devo riconoscere che non lo conoscevo, ha presentato le sue creazioni, in nero. Linee semplici alquanto femminili ed in qualche abito un po’ hard, ma senza essere volgare. Il suo motivo che si ripeteva in quasi tutti gli abiti, era un fiocco che mi ha ricordato il fiocco dei pantaloni da Samurai. So che pochi lo conoscono, ma ne posseggo uno, autentico e fare il fiocco che lo regge è proprio un’arte. Creazioni che hanno rinvigorito la serata. E dulcis in fundo Nino Lettieri, che ha voluto omaggiare Riva, utilizzando il colore che lui amava, il bianco. Tutte le sue creazioni erano con tessuti nel colore caro a Riva, impreziosite da ricami ed applicazioni di fiori, con petali che sembravano ali di farfalle cavolaie. Linee ampie anche per lui, che sono ormai parte del suo stile. Grandi maniche che ricordano le mode dei secoli passati tra Rinascimento e Barocco. Come sempre si nota, che il Lettieri pensa e crea non solo le linee ed il taglio, ma anche i tessuti, che sicuramente nascono impreziositi dalle mani abili delle sue sarte e della sua premiere. Ora cosa si può dire, se non che questa pillola non rimanga isolata, e che Grazia Marino ed Antonio Falanga, riescano a convincere le autorità e gli sponsor a dare il lustro che l’alta moda romana merita?
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