Ho sempre pensato che la giustizia fosse amministrata da giudici irreprensibili, ma con il tempo mi sono dovuto ricredere. Chiaramente non faccio di tutto un’erba un fascio, ci sono anche giudici che sono equi, ma non compensano le varie ingiustizie. Si perché nelle condanne, forse a colpa delle leggi non molto chiare, sono inclini a dare punizioni troppo poco esemplari, con i cavilli che la legge consente. Non sarei d’accordo, perché un omicidio premeditato deve essere punito con l’ergastolo e senza possibilità di sconti. Poi certo ci sono le attenuanti, ma non sono da prendere sempre in considerazione. Un esempio per tutti. Un omicidio stradale con un conducente ubriaco e magari anche sotto effetto di droga, non può essere punito solo con pochi anni per poi uscire per buona condotta dopo poco. Le pene devono essere scontate per intero. Sapeva che non avrebbe dovuto mettersi alla guida, e per conseguenza quali attenuanti? Per non parlare poi di una regola non scritta ma applicata. L’interpretazione analogica come strumento metodologico dell’elaborazioni giurisprudenziali del diritto. In parole semplici un giudice si può rifare alla sentenza di un suo collega fatta in precedenza in altre sedi giuridiche e con quella esprimere una sentenza. A questo punto tanto varrebbe utilizzare il metodo americano, dove la sentenza di un giudice vale poi come legge. Anche se poi questo metodo porta a vari escamotage. Comunque voglio parlare di un’ingiustizia della quale sono venuto a conoscenza. Non farò i nomi come neanche il posto in cui si è svolto il reato, per tenere protetti i ragazzi. I due ragazzi sono stati condannati per aver stuprato una ragazza che era ricoverata nella loro comunità. In effetti erano bravi con i ragazzi, tanto che erano riusciti a fare ben tre istituti in cui accogliere i minorenni difficili. Tutto il processo, è stato condotto male, sia dagli avvocati, che dai giudici. Intanto i ragazzi erano una coppia gay, e rimane difficile che possano aver stuprato una ragazza, quasi impossibile. Questo non è stato portato dall’avvocato all’attenzione del giudice. Poi la ragazza ha detto che era stata stuprata oltre che dai due ragazzi anche dalle forse pubbliche, credo del corpo dei Carabinieri ed altre persone, tutte poi assolte. Ma che strano! Se mentiva su quelli mentiva anche sui due ragazzi. Poi un soggetto disturbato, non credo si debba prendere alla lettera, ma porre almeno la possibilità che menta. E difatti ha mentito sul luogo dello stupro e sulla data. Già questo doveva far capire ai giudici che la ragazza mentiva, visto che la notte di Natale, in quella chiesa che lei ha detto fosse sconzacrata, era in corso la messa notturna di Natale, con tanto di testimonianza del prete. A questo punto devo capire che vi erano “inciuci” che volevano che quelle strutture fossero chiuse, perché forse, davano noia o erano diventati preferibili per chi inviava i ragazzi, togliendo possibilità ad altre strutture? Ma al di là di tutto, come possono dei giudici essere con i paraocchi, non ascoltare tutti i testimoni e fermandosi ai pochi? Mi chiedo che razza di giustizia si amministra? E perché i cittadini a questo punto, si dovrebbero fidare?
Antonio Ventura Coburgo de Gnon